Il 22 maggio 1939 viene stipulato a Berlino nella Cancelleria del Reich al cospetto del Führer l’accordo denominato “Patto d’Acciaio” (in tedesco Stahlpakt) sottoscritto dai plenipotenziari, il conte Galeazzo Ciano per il governo italiano e da il barone  Joachim von Ribbentrop ministro degli esteri della Germania nazista. Questo prevede un’alleanza sia difensiva sia offensiva fra i due Paesi, che sono tenuti a fornirsi reciproco aiuto politico-militare e diplomatico nel caso in cui le vicende internazionali  compromettessero propri “interessi vitali”. E’ una novità nella storia delle relazioni internazionali, in quanto la durata inusuale di dieci anni e lo sbilanciamento della potenza bellica delle due nazioni fornisce alla Germania il potere di iniziativa che comporta la definitiva soppressione dell'autonomia italiana circa la propria politica estera. Alcuni membri del governo italiano, compreso il firmatario Galeazzo Ciano, ministro degli Esteri, si oppongono al patto, ma invano. In seguito una serie di articoli impegnano i due contraenti ad una consultazione permanente e, in caso di guerra, a non sottoscrivere alcun trattato di pace separato. Il trattato di alleanza è composto di sette articoli e stabilisce, inoltre, la rinuncia della Germania al Sud Tirolo. Pur non essendo stabilita la data dell'inizio del conflitto, cosa che appare ormai inevitabile, Benito Mussolini si assicura di comunicare più volte ad Adolf Hitler che l'Italia non sarebbe stata pronta alla guerra prima di due o tre anni e  lo ribadisce nell'agosto dello stesso anno, attraverso una lettera conosciuta comunemente come "memoriale Cavallero", dal nome dell'ufficiale incaricato di consegnare il messaggio. Ecco il testo integrale del trattato: S. M. il Re d’Italia e di Albania, Imperatore d’Etiopia, e il Cancelliere del Reich tedesco, ritengono giunto il momento di confermare con un Patto solenne gli stretti legami di amicizia e di solidarietà che esistono fra l’Italia fascista e la Germania nazionalsocialista. Considerato che, con le frontiere comuni, fissate per sempre, è stata creata tra l’Italia e la Germania la base sicura per un reciproco aiuto ed appoggio, i due Governi riconfermano la politica, che è stata già da loro precedentemente concordata nelle sue fondamenta e nei suoi obiettivi e che si è dimostrata altamente proficua tanto per lo sviluppo degli interessi dei due Paesi quanto per la sicurezza della pace in Europa. Il popolo italiano ed il popolo tedesco, strettamente legati tra loro dalla profonda affinità delle loro concezioni di vita e dalla completa solidarietà dei loro interessi, sono decisi a procedere, anche in avvenire, l’uno a fianco dell’altro e con le forze unite per la sicurezza del loro spazio vitale e per il mantenimento della pace. Su questa via indicata dalla storia, l’Italia e la Germania intendono, in mezzo ad un mondo inquieto ed in dissoluzione, adempiere al loro compito di assicurare le basi della civiltà europea. Allo scopo di fissare, a mezzo di un Patto, questi principi, hanno nominato loro plenipotenziari. Sua Maestà il Re d’Italia e di Albania, Imperatore d’Etiopia, il Ministro degli Affari Esteri: Conte Galeazzo Ciano di Cortellazzo (Italia), il Cancelliere del Reich Tedesco: Joachim von Ribbentrop (Germania) i quali, dopo essersi scambiati i loro Pieni Poteri, trovati in buona e debita forma, hanno convenuto i seguenti articoli: Art. 1 – Le Parti contraenti si manterranno permanentemente in contatto allo scopo di intendersi su tutte le questioni relative ai loro interessi comuni o alla situazione generale europea. Art. 2 – Qualora gli interessi comuni delle Parti contraenti dovessero esser messi in pericolo da avvenimenti internazionali di qualsiasi natura, esse entreranno senza indugio in consultazione sulle misure da prendersi per la tutela di questi loro interessi. Qualora la sicurezza o altri interessi vitali di una delle Parti contraenti dovessero essere minacciati dall’esterno, l’altra Parte contraente darà alla Parte minacciata il suo pieno appoggio politico e diplomatico allo scopo di eliminare questa minaccia.  Art. 3 – Se, malgrado i desideri e le speranze delle Parti contraenti, dovesse accadere che una di esse venisse ad essere impegnata in complicazioni belliche con un’altra o con altre Potenze, l’altra Parte contraente si porrà immediatamente come alleata al suo fianco e la sosterrà con tutte le sue forze militari, per terra, per mare e nell’aria.  Art. 4 – Allo scopo di assicurare per il caso previsto la rapida applicazione degli obblighi di alleanza assunti coll’articolo 3, i membri delle due Parti contraenti approfondiranno maggiormente la loro collaborazione nel campo militare e nel campo dell’economia di guerra. Analogamente i due Governi si terranno costantemente in contatto per l’adozione delle altre misure necessarie all’applicazione pratica delle disposizioni del presente Patto. I due Governi costituiranno, agli scopi indicati nei summenzionati paragrafi 1 e 2, Commissioni permanenti che saranno poste sotto la direzione dei due ministri degli Affari esteri.  Art. 5 – Le Parti contraenti si obbligano fin da ora, nel caso di una guerra condotta insieme, a non concludere armistizi e paci se non di pieno accordo fra loro.  Art. 6. – Le due Parti contraenti, consapevoli dell’importanza delle loro relazioni comuni colle Potenze loro amiche, sono decise a mantenere ed a sviluppare di comune accordo anche in avvenire queste relazioni, in armonia cogli interessi concordati che le legano a queste Potenze.  Art. 7. – Questo Patto entra in vigore immediatamente al momento della firma. Le due parti contraenti sono d’accordo nello stabilire in dieci anni il primo periodo della sua validità. Esse prenderanno accordi in tempo opportuno, prima della scadenza di questo termine, circa il prolungamento della validità del Patto. Berlino, lì 22 maggio 1939, Anno XVII dell’Era Fascista.
Il Patto d’Acciaio
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