L’eccidio di piazza Paschetta a Peveragno avviene nella mattinata del 10 gennaio 1944. Le SS irrompono con una colonna di mezzi blindati nella piazza dove si sta svolgendo il mercato settimanale e aprono il fuoco sulla folla dei civili. Le persone, spaventate, cercano di fuggire, molti civili vengono fermati e sono istituiti posti di blocco. 19 persone vengono scelte e giustiziate pubblicamente in piazza, altri due uomini vengono colpiti alle spalle e un uomo è ucciso sul viale. Alcune case sono incendiate. Molte persone cercano rifugio nella campagna, ma queste sono perlustrate dai tedeschi che lasciano nei campi 6 cadaveri. Un ex partigiano, ferito muore poco tempo dopo. Un ex magistrato, sconvolto da questi avvenimenti, muore di infarto. I corpi di queste trenta vittime vengono portati la sera al cimitero, ma sono seppelliti senza funerale. Non sono ancora chiare le motivazioni di questa strage. In base ad alcune supposizioni si pensa che sia stata una rappresaglia per vendicare tre tedeschi giustiziati dai partigiani al confine tra Boves e Peveragno. Un'altra opzione è che sia stata effettuata per terrorizzare la popolazione e minare i rapporti tra i civili e i partigiani che non potevano venire colpiti direttamente perchè difficili da scovare.
Peveragno in memoria degli “Altri” 10-01-1944
Preziosa rievocazione di un testimone: ... mio padre, Giuseppe, da tutti conosciuto come Notu Rabala, dopo aver governato gli animali nella stalla, decide di fare una capatina al mercato … anche per tentare di avere notizie di suo figlio Giovanni deportato in Germania. Così Notu … si dirige verso la piazza del municipio …, ma arrivano i tedeschi che lo prendono, lo portano in piazza Paschetta e lo fucilano. ... noi a Cascine Lunghe sentiamo degli spari, poco dopo vediamo passare di corsa persone fuggite dal paese che ci raccontano che a Peveragno sta succedendo qualcosa di terribile. … Poiché neanche nel pomeriggio il babbo non torna, magna Gina decide di andare a cercarlo in piazza Paschetta. Lì, insieme ad altri cadaveri martoriati, vede il corpo privo di vita di Notu. … Solo a sera inoltrata il cadavere può venir caricato su un carro e portato al cimitero dove viene seppellito soltanto il giorno dopo.
Questi i nomi delle trenta vittime: Matteo Campana Antonio Cavallo Marco Dalmasso Michele Dho Battista Ellena Giovanni Garro Orlando Garro Battista Garro Michele Ghisolfi Bartolomeo Giorgis Giovanni Giorgis Giuseppe Giorgis Giovanni Grosso Giovanni Grosso di regione Agnella Giovanni Grosso di Tetti Gallina Giuseppe Grosso Donato Macagno Giacomo Macagno Giovanni Macagno Paolo Marro Giuseppe Musso Michele Peano Rosario Pontieri Francesco Re Domenico Righi Secondo Rossi Giuseppe Tassone Matteo Tassone Costanzo Toselli Lorenzo Ambrosino
Ceretto Centallo Caraglio Cervere Garessio Bagnolo Genola Narzole Pievetta Dronero Ceresole Peveragno Dogliani Ceva Farigliano Fossano Magliano Alpi Busca Savigliano Trinità San Benigno Villafalletto Boves Hanno pagato