L’Italia dalle Alpi all’Africa
Nel giugno del 1940 Mussolini decide di iniziare la sua “guerra parallela” attaccando la Francia. Di fatto si rivela una scelta strategicamente poco felice perchè il confine italo- francese, che si estende per un’ampiezza di circa 515 km dal Monte Bianco, per le Alpi occidentali, fino al mare, a Ventimiglia, si rivela una zona aspra ed impervia, difficilmente conquistabile. Probabilmente Mussolini, quando decide di attuare questa campagna militare, non conosce un testo basilare come il "Della guerra" di  Carl von Clausewitz (1780-1831) a cui si ispirano diverse strategie belliche utilizzate nel corso dei due conflitti mondiali. Infatti l'autore tedesco già un secolo prima sostiene che: « Attaccare la Francia dalle Alpi sarebbe come pretendere di sollevare un fucile afferrandolo per la punta della baionetta L'ITALIA IN AFRICA Mussolini inizia l'offensiva  in Africa nel giugno 1940 con una superiorità numerica schiacciante (500.000 italiani contro 50.000 inglesi). L'offensiva in nord-Africa comincia quando sei divisioni si mettono in moto dalla Libia, ma percorrono solo 80Km verso ovest. Poi si arrestano a Sidi Barrani e, inspiegabilmente, rimangono ferme sprecando tempo prezioso. In questo modo arrivano i rinforzi agli inglesi che iniziano la controffensiva e, nonostante l'inferiorità numerica, riescono a travolgere il  Regio Esercito, soprattutto grazie ai carri armati Matilda, praticamente invulnerabili per le armi italiane. Dopo le battaglie di Sidi Barrani e BedaFomm, gli italiani si vedono costretti ad accettare l'aiuto tedesco, ma perdono comunque tutte le colonie nell'Africa orientale (Etiopia, Somalia, Eritrea) a causa delle efficaci azioni inglesi e della effettiva difficoltà di difendere colonie così lontane.
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