Dopo l’armistizio, pensando alla provincia di Cuneo, si deve parlare, quindi di una vera e propria guerra civile combattuta tra due schieramenti: da una parte le formazioni partigiane, dall’altra SS italiane, Muti, Brigate Nere, soldati della Wehrmacht. Nella lotta condotta contro la guerriglia partigiana, le forze armate nazifasciste non esitano a colpire la popolazione civile con il duplice scopo di recidere i legami con la Resistenza e di dimostrare la “capacità punitiva” nei confronti di chi appoggia - o quanto meno tollera – la presenza dei “ribelli”.
Cuneo
Il numero dei decessi di civili non si arresta con la fine delle ostilità, ma continua fino agli anni Cinquanta con lo scoppio di ordigni bellici, incidenti che, purtroppo, coinvolgono in modo particolare i bambini: l’ultimo decesso registrato è quello di Aldo Cometto, un undicenne ucciso dalla deflagrazione di una bomba il 13 agosto 1954. Gli eccidi nazifascisti sono consumati quasi unicamente nei paesi ai piedi delle zone montane o nella campagna, mai nei centri abitati di maggiore rilievo dove opera una più attenta e capillare azione di repressione e spionaggio ai danni delle cellule clandestine della Resistenza.
Sono oltre 2.800  i caduti civili nel  periodo 1943–1945 *