I prigionieri dopo l’8 sett. ‘43 La collina degli eventi “Il Miramonti” racconta... ...il campo PW43
Vita di Aleksandar Tamindzic’ Aleksandar Tamindzic’ è nato nel 1906 a Cetgné, nel Montenegro. Finisce il Liceo scientifico nel 1924 e nello stesso anno entra nell’accademia Militare di Belgrado. Nel 1927 viene promosso sottotenente di fanteria e, in seguito, comandante di compagnia. Presta servizio nel Montenegro nelle città Cetnje, Podgorica e Cattaro sino al 1940, anno in cui é trasferito in Slovenia nella cittadina di Gorenj Vas-Poljena, ai confini con l’Italia, dove svolge la funzione di ufficiale addetto alla mobilitazione. In questa località lo sorprende la guerra il 6 aprile 1941. Dopo la capitolazione ufficiale della Jugoslavia (17 aprile 1941), senza essere considerato prigioniero, viene portato in Italia con altri 120 ufficiali serbi di Lubiana (18 aprile 1941) e destinato in un primo tempo a Gorizia e poi nel campo di concentramento di Vestone (BS). Dal 1° giugno 1941 con altri 130 ufficiali montenegrini deve essere liberato ed inviato nel Montenegro, ma, per una serie di sfortunate coincidenze, dopo essere stato nel campo di Fiume e di Bari, viene destinato in Albania e qui fatto prigioniero dai tedeschi e inviato in Italia ad Anversa (NA), poi a Sulmona e, quindi, con un gruppo di 250 ufficiali, nel campo di concentramento di Garessio (CN). Dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943 rimane sbandato nei dintorni di Garessio e nel gennaio 1944 si trasferisce in Svizzera, prima considerato come prigioniero e poi, alla fine della guerra, come esule politico. Si stabilisce definitivamente in Svizzera, dove lavora fino alla morte come impiegato presso un’industria metallurgica a Zurigo.